FERRARI 250 GT SWB (berlinetta passo corto)
La 250 GT Berlinetta passo corto (detta SWB,Short Wheel Base) costruita dalla Ferrari dal 1959 al 11962 fu il cavallo di battaglia di Maranello e di molti “privati” nelle competizioni automobilistiche della categoria Gran Turismo di quel periodo..
Costruita presso la Carrozzeria Scaglietti su disegno di Pininfarina, la 250 SWB venne presentata al pubblico al salone dell’auto di Parigi del 1959. Il suo sviluppo fu affidato a Giotto Bizzarrini e Carlo Chiti ed al giovane Mauro Forghierii, il quale più tardi completerà lo sviluppo della 250-GTO. L’appellativo passo corto fu aggiunto per differenziare questa vettura, che aveva un passo di 2400 mm. dalla berlinetta 250 GT tour de France con passo di 2600 mm. La vettura fu pensata per l’impiego nelle corse, ma fu anche venduta a clienti privati. Era disponibile una versione “corsaiola” con caratteristiche da competizione, come la carrozzeria interamente in alluminio ed il motore più potente e altre modifiche come I freni a disco , i primi montati sulla serie GT. La combinazione del basso peso, l’alta potenza , le ottime sospensioni e i freni la resero da subito molto competitiva.
La 250 SWB vinse per tre edizioni consecutive il Tour de France Automobile dal 1960 al 1962, il Tourist Trophy di Goodwood nel 1960 e nel 1961, la classe GT di LeMans negli stessi anni, la 1000 Chilometri del Nurburgring nel 1961 e 1962 e la classe GT del Campionato Costruttori nel 1961, Fu considerata dalle più autorevoli testate automobilistiche dell’epoca una fra le più performanti vetture da competizione del periodo. Il motore a carter umido di 2953,21 cm3 era anteriore longitudinale, V12 a 60° con distribuzione a singolo albero a camme in testa per bancata di cilindri e derivava da quello concepito da Gioacchino Colombo.. Il rapporto di compressione era di 9,2:1. L’alimentazione era assicurata nelle versioni da competizione da tre carburatori doppio corpo di marca Weber 40 DCL/6 o 46 DCF/3 oppure da 6 carburatori doppio corpo Weber 38 DCN, mentre le versioni stradali montavano 3 carburatori Weber 36 DCZ. L’accensione a due bobine e doppi distributori d’accensione con due spinterogeni. Questo propulsore forniva una potenza compresa tra 260 ed i 280 CV a 7000 giri al minuti nelle versioni da competizione e 240 CV nelle versioni stradali.
La vettura raggiungeva una velocità massima da 202 a 270 Km/h nelle versioni da competizione a seconda del rapporto al ponte finale e 250 km/h nelle versioni stradali